A cena da Stefano e Irene
Real Time e i suoi format sono da anni per me un orientamento filosofico, una florida fonte di ispirazione per governare le vicende pubbliche e private secondo un metro di giudizio semplice ed efficace.
Cortesie per gli ospiti è uno degli show migliori dell’emittente, italianizzato e provinciale abbastanza da essere tranquillamente ripetuto a casa propria con soddisfazione: due coppie di amici, una cena a tema preparata dai padroni di casa, dei giudici (che nel nostro caso sono gli invitati stessi) che valutano l’ambiente, il cibo e la riuscita generale della serata.
Il menù di Stefano e Irene prevedeva:
– antipasto: polpette di verdure con hummus di ceci e guacamole
– primo: crema di zucca con robiola
– secondo: verdure ripiene di pastin
– dolce: cheesecake alla pesca
Ogni piatto è stato abbinato ad una specifica birra.
Ad allietare la serata, tra le montagne bellunesi, il gatto di casa, Twister.

La cena si è svolta all’aperto, ma la bellezza del paesaggio non ha cancellato una delle poche, vere, sbavature: la tovaglia da campeggio estivo anni ’90, poggiata su due tavoli diversi uniti.
Il profumo delle rose del giardino e le acrobazie di Twister sono comunque riusciti a distogliere l’attenzione dalla tavola fino all’arrivo dell’antipasto, le polpette di verdure, accompagnate da un’ottima birra bianca.
L’hummus di ceci smorza piacevolmente la piccantezza del guacamole, per un’entrée che agevolmente raggiunge e supera la sufficienza.

Il primo si rivelerà essere il piatto della serata: crema di zucca con robiola e crostini integrali. Una bomba! Un piatto con un equilibrio pazzesco: la delicatezza della zucca si sposa perfettamente con la sapidità della robiola, e la varietà di consistenze assicurata dai crostini dà quel tocco in più. Impiattamento ben riuscito, abbinamento con la birra nera un po’ meno. Ma davvero tanta roba.

Il secondo piatto, si sa, è sempre il più difficile nella carriera di un aspirante cuoco: non fanno eccezione Irene e Stefano, che propongono delle verdure (zucchine, melanzane, peperoni) ripiene di pastìn (carne speziata bellunese). Qualche imperfezione tecnica nella cottura della carne non pregiudica il sapore (comunque buono), ma di sicuro inficia l’estetica di quella che sarà la portata più debole della serata.
Giudicare un dolce è un compito piuttosto arduo, soprattutto considerando che ne mangio pochi e non sono un amante della frutta. Lo strato gelatinoso di pesca che ricopre la cheesecake, però, risulta gradevole anche al mio palato, insieme ai formaggi magri dello strato centrale e la base ben riuscita della torta. La scelta del dessert non è certo coraggiosa né originale, ma la sua realizzazione, leggera ed estiva, ne fa un finale di cena più che adeguato.
Seguono caffè, ammazzacaffè e progetti di sfide future, mentre la colonnina di mercurio nella Valbelluna vira decisamente verso il basso.
Non mi resta che ringraziare Stefano ed Irene per l’invito e la pazienza nell’accettare la mia – non richiesta e non qualificata – recensione.
So cosa regalarvi a Natale.SPOILER: una tovaglia.

Ti ringrazio della recensione e soprattutto per non aver messo una foto del secondo ?